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Immagine del redattoreAdino Grossato

Fiat Boh!

"Se prima eravamo in sei a ballare l'Hully Gully, adesso rimaniamo sempre in sei a ballare l'Hully Gully". Che significa? Scoprilo leggendo l'articolo!

Fiat Boh! Disegno di Emmanuel Derta
 

Avvertenza: questo è un lavoro di gruppo descritto dalla mia prospettiva. Fatti e citazioni potrebbero avere sfumature diverse a seconda dell'interlocutore.

 

Prologo


Tizio: "Come la chiamiamo?"

Caio: "Boh!"

Tizio: "OK"

Sempronio: "OK cosa?"


Certo, in un'epoca in cui le Fiat avevano nomi altisonanti - anche se di moda ancora adesso - una "Boh!" ci stava benissimo tra una Punto, una Stilo o un'Idea... Quale Idea? Appunto.


 

Trama


Anno 2004. Ebbene sì, quasi vent'anni fa. Ma se ormai qualche anima pia ha capito il mio modus operandi, saprà che due decenni sono la longevità minima di un progetto. Vedi qui --->

Comunque, allo IED, nel contesto del Concorso per Alias Design, ci è stato richiesto di progettare un veicolo che contenesse i semi di una nuova mobilità urbana.


Svolgimento


Eravamo universitari spiantati, vivevamo all'epoca in una città poco servita la sera e il nostro sogno di fare anche solo piccole gite ogni domenica era sempre vivo.

Quello che volevamo, quello di cui sentivamo veramente bisogno, era un veicolo che ci consentisse sì di viaggiare comodi e lontano, ma che riuscisse a mantenere viva la convivialità anche all'interno del viaggio stesso.

Insomma, una sorta di mini camper, spazioso il giusto, economico volentieri.


Allora, per cominciare, perché non prendere come base il telaio di quella genialata assurda e spesso incompresa della Multipla? Sì, ok, il design della prima serie era strambo, ma lei è stata esposta al Moma di New York mentre tante belle supercar si limitano a prendere la polvere nei garage degli sceicchi. (Povero acciaio sprecato... Rimettetele in pista, facciamo una petizione!)


Vabbè, torniamo al tema..


Tema


Preso il telaio di quella genialata, abbiamo cercato di trovare una nuova disposizione dei sedili per fare in modo che almeno i passeggeri potessero sempre rivolgersi lo sguardo, stile salottino.

Lavorando con un mix di calibro, pazienza e imprecazioni, siamo riusciti a raggiungere ciò che ci eravamo prefissati. Da lì, aggiungere di volta in volta tutte le altre idee che tenevamo nel cassetto, sarebbe stato molto più semplice.


Tre file di sedili di cui l'anteriore ruotabile e le posteriori in posizione laterale

poi...


Un tavolino ribaltabile che da chiuso va a coprire parte del tetto panoramico disegnato a forma di H stilizzata (i disegni degli esterni in seguito)


Le sedute posteriori ribaltabili per i grossi carichi



Il semplice piacere della compagnia...


...o dello spazio percepito


Gli esterni...


Fino ad ora non si è quasi mai parlato di come questa macchina sia fuori. Si sa, il primo sguardo è spesso quello decisivo.


Abbiamo quindi deciso di creare un SUV Crossover (2 anni PRIMA dall'uscita della PRIMA Quashquai... Profeti? No, semplicemente Designers) dalle linee tese ma raggiate morbidamente: per il tipo di auto che abbiamo creato, i volumi esterni che ne derivano sono molto complessi da gestire, quindi abbiamo dovuto lavorare veramente di fino per far digerire stilisticamente una scatola col cofano motore.


La linea di cintura è spezzata dall'ampia vetrata delle porte anteriori e sia il frontale che il posteriore sono appunto estremamente raggiati per nascondere il più possibile gli sbalzi.


Il tetto, come detto, richiama la H di Boh!







Triste y solitario final


Purtroppo questo divertente esercizio di stile rimase lettera morta come tanti altri bei progetti mai partoriti.

La parte più difficile di questo lavoro è proprio veder morire delle idee, ma questo è il gioco e a volte le regole possono essere difficili da accettare.

Cosa andò storto forse lo so, probabilmente solo una cattiva presentazione.


Ma la gioia che abbiamo vissuto in quei giorni nessuno potrà cancellarla.

Quei momenti in cui ci caricavamo a pallettoni e mettevamo su carta qualsiasi idea, anche la più stramba, proprio come quel nome che le abbiamo affibbiato, non li dimenticherò.


Forse, se l'avessimo chiamata F600 o X-6 Fast, la Boh! avrebbe avuto più successo. Ma siamo sicuri sicuri che avrebbe lo stesso avuto quel fascino alternativo, originale e iconoclasta che ha ancora oggi?

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